
Rifiuti e Ambiente
Scrivo questo articolo, al quale da molto pensavo, e lo pubblico in un momento ancora delicato, ma che non lascia dubbi su un grosso problema non risolto: quello dei rifiuti.Il problema è che manca la cultura e l’educazione, erroneamente si pensa che abbandonando qualcosa li rimanga, nell’ambiente non funziona proprio così. Si parla molto della problematica dei rifiuti su social e su giornali vengono pubblicati articoli, ma la realtà è ben altra cosa, percorrendo sentieri e strade anche lontano da luoghi antropizzati troppo spesso mi imbatto in immagini che mi lasciano sconcertata e mi chiedo come sia possibile trovare una bottiglia in un bosco igrofilo o lattine su una salita faticosa, o lungo la sponda di un fiume, e mozziconi di sigarette ovunque, o resti di oggetti dimenticati come lavandini, piatti, bottiglie, packaging (confezione) vario che aveva contenuto snack, patatine, cioccolata, cibi chiaramente destinati ai bambini.
Abbandonare rifiuti è un atto incivile di sicuro, spiegabile con l’inconsapevolezza del momento, la distrazione e il non pensare alle conseguenze future, siamo abituati a vivere il presente, le contingenze del momento, ma la diffusissima pratica di abbandonare rifiuti è molto dannosa per l’ambiente quindi per noi, nonché decisamente antiestetici per il contrasto che creano con le bellezze della natura.
In questo periodo si sta evidenziando a colori sgargianti o più timidi tra l’erba la presenza di DPI (dispositivi di protezione individuale) abbandonati così dove capita. Sempre più frequentemente osservo la presenza di guanti blu in nitrile e bianchi in lattice e di mascherine chirurgiche blu e altre bianche e contenitori di igienizzanti contenenti tracce e residui gettati e abbandonati, non smaltiti correttamente.
Le mascherine sono prodotte in polipropilene, un materiale che non si rompe o deteriora facilmente come il nitrile dei guanti.
Mi chiedo chi li ha abbandonati? Perché non ha pensato al prossimo? O al futuro del nostro pianeta?
Questi prodotti in particolare dovrebbero essere smaltiti nella raccolta indifferenziata non essendo stato previsto uno smaltimento dedicato, se non qualche locale che ne ha avuto cura, ma ancora troppo raro come accorgimento…
La cosa su cui riflettere è che questi rifiuti non rimangono dove sono stati gettati o abbandonati, può essere il vento, la pioggia o un animale, o un altro fattore che noi non vediamo a portarli lontani e così possono raggiungere corsi d’acqua, e in questo modo arrivano al mare creando danni irreparabili per la vita.I rifiuti abbandonati entrando nell’ambiente marino non scompaiono ma lentamente negli anni si scompongono in materiali micro ed entrano quasi invisibili nella catena alimentare.
E’ stimato che solo nel Mar Mediterraneo galleggiano circa 500 tonnellate di rifiuti plastici. Sono materiali che per degradarsi impiegano dai 500 ai 1000 anni dai numeri si può solo percepire come tutto questo sia davvero un grosso problema oltre che per la fauna marina anche per l’umanità.
Il passo che queste materie fanno per entrare nella catena alimentare è in definitiva breve. Il fenomeno si causa con le correnti marine che portano a convogliare migliaia di rifiuti sparsi nell’ambiente che raccolti dai fiumi arrivano al mare.Fino a quando li vediamo il problema c’è, ma il pericolo maggiore arriva da quello che non vediamo più: micro-particelle, per parlare della plastica dai 0,3 ai 0,5 millimetri fluttuano e ondeggiano nel mare andando ad alterare gli ecosistemi penalizzando sensibilmente la fauna ittica e contaminando su più vie la catena alimentare umana.
Avviene che le micro-particelle vanno a mescolarsi al plancton diventando parte del cibo alimentare di molti pesci che poi a loro volta sono cibo per altri, questo quando non ingeriscono direttamente rifiuti.
Recenti studi hanno visto che ad esempio chi consuma abitualmente pesce ingerisce quantitativi come 11 mila frammenti di plastica ogni anno. Le cozze filtrano circa 20 litri di acqua al giorno e ingeriscono frammenti di plastica. Vero che parte di questa viene espulsa ma nei tessuti della cozza almeno un piccolo frammento viene trattenuto e assorbito dai suoi tessuti.
Vediamo innegabilmente come la plastica e tutti i materiali di scarto umano provocano danni incredibili se abbandonati in ambienti liberi.
Sembrano numeri esagerati, ma considerando la quantità di rifiuti giornalieri smaltiti sull’intero pianeta purtroppo è tutto vero e basta fare una passeggiata lungo un sentiero o sulla spiaggia per poter vedere con i propri occhi questo fenomeno non in via di arresto.
Ci troviamo quindi a vivere l’era che potremmo definire “della plastica” considerando come questo materiale sia praticamente ovunque: negli oggetti di uso quotidiano, abiti, detergenti, confezioni, cibi e bevande.
Solo in un pasto principale della durata di circa 20 minuti si ingeriscono inconsapevolmente fino a 114 particelle di materiale plastico.
Ogni anno vengono prodotti 4 miliardi di tonnellate di rifiuti.
In media ognuno di noi produce 1,4 Kg. di rifiuti al giorno.
Basterebbero pochi accorgimenti per arginare questo problema cercando di contenere la produzione di sempre nuovi rifiuti, già smaltire correttamente sarebbe fondamentale per l’ambiente.
Non abbandonare rifiuti da nessuna parte, anche l’asfalto, nel quale vedendo quanti rifiuti ci sono sulla strada e nelle città venga percepito come esso stesso già un rifiuto, come se fosse una barriera tra la terra e noi.Anche utilizzare contenitori riciclabile dove e quando possibile ricaricare piuttosto che ogni volta usare nuovi contenitori.
Evitare anche gli sprechi alimentari cercando di fare una lista della spesa consapevole, acquistando ciò che veramente verrà consumato. gli scarti di cibo non sono esenti da cifre altissime che contribuiscono a generare inquinamento.In media una persona spreca 145 kg. di cibo all’anno.
Abitualmente i dati attestano che viene acquistato più cibo di quello che poi verrà consumato.
La riflessione sorge spontanea ma dipende da noi la qualità di quello che ci circonda, non possiamo pretendere di avere una casa pulita se non dedichiamo un pò di tempo alla sua cura, abitiamo questo pianeta che è la nostra casa e i dati e le ricerche dicono anche che un altro dove trasferirci non c’è…Buon Cammino!! E ricorda di essere consapevole
- On 4 Giugno 2020
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